Nonostante Perugia sia conosciuta in tutto il mondo per le sue meraviglie etrusche e di epoca medievale e rinascimentale, racchiude in sé anche un'anima moderna, che può vantare la firma di alcuni tra gli architetti più celebri del periodo contemporaneo. Di seguito quattro proposte ed esempi di mirabile architettura moderna da vedere e visitare in città.
Il centro dirigenziale-residenziale-commerciale di Fontivegge
Negli anni Ottanta nasce nel quartiere di Fontivegge il progetto architettonico più importante di tutta Perugia del Novecento, troppo spesso, purtroppo, dimenticato dall'amministrazione cittadina. A pensarlo fu Aldo Rossi, vincitore poi del Premio Pitzker per l'architettura: un progetto splendido quanto audace attorno alla ex piazza del Bacio, oggi piazza Nuova. Il complesso si compone di tre edifici collocati attorno a uno spazio aperto (la piazza) al cui centro si erge una fontana e un importante testimonianza di archeologia industriale: una ciminiera delle antiche fabbriche della Perugina, sorte nel sito negli anni Venti. L'edificio principale, che ospita gli uffici della Regione Umbria, con il suo alto colonnato e una attigua gradinata somiglia a una maestosa e austera fortezza, dotata di enorme impatto visivo ed emotivo. Ai lati, le altre due costruzioni inglobano appartamenti e attività commerciali, ma del tutto decollate. Lo stile è ricercato e severo, e dona alla piazza un senso claustrofobico di non luogo, a causa degli anfratti e degli spazi bui che contrastano con i toni chiari dei materiali. Una nota dissonante, se la si pensa come una moderna piazza IV Novembre, con le gradinate della chiesa di San Lorenzo e l'istituzionale Palazzo dei Priori, mentre la frequentazione di questo centro di Fontivegge è spesso scarsa e poco raccomandabile nelle ore notturne. Inoltre, il progetto originario non è mai stato completato, e lo si può notare dal palazzo troncato con una sorta di "stecco" e gli spazi mai realizzati per ospitare un teatro all'interno della struttura. Tuttavia, benché il ruolo sociale e urbano della struttura non sia stato soddisfatto in toto, l'aspetto squisitamente architettonico ripaga il palato degli appassionati d'arte.
La mediateca Sandro Penna
Pensare moderno significa anche valorizzazione e sostegno delle aree più periferiche. E con questo spirito è nata la Biblioteca Multimediale Sandro Penna, sita a San Sisto e intitolata al noto poeta perugino. La mediateca è stata pensata e realizzata da Italo Rota, e definisce il suo ruolo di centro di aggregazione sociale, multimediale e moderno. La principale caratteristica è un design nuovo e accattivante: l'edificio ha infatti la forma di un disco a tre piani interamente vetrato, e spunta dal terreno sfruttando la originale e naturale pendenza del sito su cui poggia. La biblioteca presenta due teatri - uno con 250 posti al primo livello e un piccolo spazio al terzo piano per i laboratori artistici dei bambini - e spazi ben progettati e strutturati per accogliere target differenti di fruizione della struttura: lettori di libri e periodici, i bambini a cui è dedicato l'interno terzo livello (arredato con colori e materiali appositamente pensati per i più piccoli) e soggetti interessati ai contenuti multimediali, dai video a internet, con l'istituzione di postazioni apposite. La sua vocazione per ciò che è multimedialità e cultura - e quindi tecnologia - si riflette nei tratti caratteristici dell'architettura strutturale, così particolare e inconcepibile nel suo essere senza la sinergia con i materiali utilizzati, moderni, colorati, leggeri e trasparenti e l'illuminazione davvero mirabile, realizzata in modo da sfruttare completamente la luce naturale, che penetra nell'edificio attraverso grandi vetrate e lucernari con vetri rosa, colore che favorisce il rilassamento e la concentrazione.
Il Minimetrò di Jean Nouvel
Impossibile non pensare a Perugia in chiave moderna e non fare riferimento al progetto Minimetrò. L'aspetto architettonico di questo sistema di trasporto è stato curato da Jean Nouvel, già autore della torre Agbar a Barcellona e del Musée du quai Branly di Parigi. La gestione artistica di Nouvel si è concentrata sulla cura e il rispetto dell'ambiente circostante: non era infatti impresa semplice integrare un prodotto così tecnologico e complesso all'interno dell'architettura delicata dell'Acropoli perugina. Il linguaggio architettonico del Minimetrò è quindi risultato semplice, leggero e lineare: le stazioni si incastonano all'interno dei contesti più urbani con tocchi di verde e di spazi aperti circostanti, per poi piano piano entrare inserirsi nel cuore della città con discrezione, a partire dalla sua entrata dal sottosuolo del centro storico. I tocchi di vetro e acciaio vengono arrotondati dal rosso che caratterizza il Minimetrò, incrementando il fattore di equilibrio tra l'ambiente, il paesaggio e il trasporto pubblico in un discorso più ampio.
Palazzo Grossi e lo skyline urbano
"Moderno" è anche recuperare e valorizzare antiche strutture presenti nel centro storico e adattarle ai tempi di oggi, cercando di salvaguardare il patrimonio preesistente senza squilibrare la visione architettonica d'insieme. É il tentativo di Palazzo Grossi, già scuola intitolata a Pascoli, che rinasce come nuovo polo amministrativo della città, ospitando molti degli uffici del comune di Perugia che sono migrati dal più conosciuto Palazzo dei Priori. Uno sforzo, quello operato per Palazzo Grossi, che ha diviso l'opinione pubblica e gli esperti, schierati tra favorevoli e assolutamente contrari alle opere di ristrutturazione. Se infatti lo stile si definisce come minimalista e poco impattante sulla struttura originaria dell'edificio - che conserva l'impianto primitivo, i fronti esterni ripristinati e restaurati e parte della corte interna - dall'altra parte la visione d'insieme del panorama architettonico d'insieme dell'antica Perugia viene fortemente trasformato proprio da Palazzo Grossi, che staglia il suo alto cubo all'interno dello skyline cittadino, fatto da campanili e guglie di altri tempi. Perugia non è nuova a polemiche di questo tipo legate all'introduzione di elementi moderni in seno alla preesistente architettura tradizionale: si prenda, ad esempio, la polemica nata in relazione alla proposta di realizzazione di una galleria energetica nel cuore dell'Acropoli cittadina. Tuttavia, per quanto riguarda Palazzo Grossi si è comunque cercato di preservare la vetusta indole dell'edificio e di fonderla con il carattere moderno del vivere di oggi, in un equilibrio tra innovazione e tradizione che ancora non trova la sua giusta identità.
Photo credit: per Mediateca e Minimetrò by Perugia-City.com; per piazza Nuova Massimiliano Trevisan; per Palazzo Grossi Pietro Savorelli.